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Medicina e società: Allergie nel mondo d'oggi - 2° parte

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  • Medicina e società: Allergie nel mondo d'oggi - 2° parte

    Allergie 2° parte

    “Mio figlio è allergico!” Quante volte nella pratica quotidiana un pediatra sente ripetere questa condanna. Sbandierando questo vessillo quanti poveri bambini non conoscono il sapore di un bicchiere di latte, non godono il piacere di una bella fetta di pane e nutella, o vengono privati del gusto di un attraente pizza margherita perché…sia mai, c’è il ?






    ALLERGIE OGGI: SECONDA PARTE “Le prove di colpevolezza”.


    E se poi quel cibo gli fa male?


    Che le allergie siano in aumento è un dato di fatto, ma su come diagnosticare allergie e intolleranze alimentari ogni genitore ha la sua idea: a cominciare dalla diagnosi “fai-da-te” che ognuno si confeziona sulla base dell’esperienza (che poi concettualmente mica è sbagliato), per passare attraverso la consulenza del pediatra o del medico di fiducia (che sarebbe la via più razionale) o per finire tra le braccia degli allergologi più o meno di grido. Il punto di forza di tutto questo parlare intorno alle allergie alimentari è legato al fatto che da una parte mettiamo il cibo, elemento che da sempre rappresenta il mezzo privilegiato attraverso cui una madre espleta il il suo ruolo di “allevamento” dei figli (anche nel mondo animale, pensateci, è così), e dall’altra un dubbio amletico: che questo cibo invece di far crescere sano e bello il prorpio piccolo possa fargli “del male”. E che importanza ha se si tratta di una bollicina o di un mal di pancia o di un improbabile cefalea: quel che conta è che si impone di trovare il colpevole.

    Ci servono (possibilmente) certezze

    L’allergia è una vera e propria malattia, e come tale necessita di rigore scientifico nella diagnosi, perché alla diagnosi consegue una terapia che, se implica anche la privazione di uno o più alimenti, è molto impegnativa per il bambino ma anche per l’adulto e per tutta la famiglia. Le “prove” di colpevolezza devono perciò essere proprio forti, sennò si rischia di mandare all’ergastolo culinario un innocente. E in questo la letteratura scientifica ci viene in soccorso. L’allergologia è un campo estremamente studiato e battuto e ci sono moltissimi studi validati che ci danno delle dritte su che tipo di test diagnostici utilizzare realmente e su come interpretarli.

    I veri Test Allergologici
    Prick Test
    I test “in vivo” sono quelli dove il contatto del cibo “sospetto” sulla pelle provoca una vera e propria reazione allergica in miniatura. I più utilizzati sono il Prick Test (in cui si usano dei microaghini per far entrare l’allergene sotto pelle) e il Patch test (dove invece l’allergene incriminato viene lasciato a contatto prolungato sulla pelle). Devono essere eseguiti da personale esperto ma sono poco fastidiosi e sicuri. Le maggiori organizzazioni mondiali che si occupano di allergologia concordano nel considerare il Prick test, se eseguita in maniera corretta, il test più conveniente e più sicuro per la diagnosi della maggior parte delle malattie allergiche.
    Per quanto riguarda gli alimenti la prova decisiva è il “Test di Provocazione orale” che consiste nel somministrare in ambiente ospedaliero il cibo incriminato e valutarne l’effetto. Se è vero che così la diagnosi è proprio certa, nei veri allergici questo test può provocare una reazione grave e perciò questo test viene utilizzato dallo specialista allergologo.
    I Test “in vitro” invece sono rappresentati dalla ricerca di quegli anticorpi di cui abbiamo parlato nella prima parte, le IGE, cercando quelle specifiche per un dato alimento o allergene nel sangue del paziente. Questi test si basano sull’impiego di diversi metodi ed immunoreagenti: il più noto è il RAST (Radio AllergoSorbent Test). I vantaggi sono di ordine pratico: si tratta di fare un prelievo, non c’è bisogno di personale esperto, il dosaggio si fa in laboratorio; però il costo è molto più alto rispetto ai test in vivo.

    I Test “alternativi”

    Ci sono un’infinità di altri test proposti per la diagnosi di allergie che però non reggono la prova dei fatti e nessuno studio scientifico serio è mai riuscito a dimostrarne la reale utilità e attendibilità.

    Il Vega test si basa sulla registrazione di variazioni del potenziale elettrico cutaneo in relazione al contatto con allergeni, misurato lungo i meridiani classici Vega Testdell’agopuntura cinese; una micro corrente elettrica attraversa la persona e all’uscita permetterebbe di derivare informazioni su incidenti trovati lungo il percorso oppure sull’impatto che producono piccole quantità di alimenti interposti tra la persona e l’apparecchio.

    Il Mineralogramma o Trico-Test si basa sul principio per cui, affinchè il corpo umano sia in buona salute è assolutamente necessario l’apporto di una serie di minerali e basta che alcuni siano presenti in modo sbagliato per indurre una maggior predisposizione a varie malattie allergiche. Il test si effettua prelevando una ciocca di capelli alla base della nuca.

    Il Test Kinesiologico e il DRIA si basano sull’osteopatia, la chiropratica e la posturologia: se ingeriamo, ma anche solo se teniamo in mano un alimento o una sostanza che ci disturba, la nostra forza muscolare diminuirebbe. Il Metodo Kinesiologico testa la diminuzione della forza in modo manuale prendendo in esame la muscolatura della mano, delle braccia o delle gambe del paziente mentre questi stringe in una mano la fiala contenente l’alimento o la sostanza in questione. Il test DRIA utilizza lo stesso principio ma le rilevazioni sono fatte tramite un sistema compiuterizzato.

    Il Test Leucocitotossico consiste nel documentare al microscopio la presunta azione tossica di certi alimenti sui globuli bianchi dei pazienti.

    Insomma : estrema varietà di indagini e …. estrema varietà di risposte; i test “alternativi” sono nati dal bisogno di “naturalità”, dalla necessità di ritornare ad una dimensione più semplice della medicina che viene tradotta in una serie di esami diagnostici che avrebbero il senso di interpretare e seguire (senza interferire!) il normale fluire delle azioni e reazioni all’interno dell’organismo. Ma chi scrive qui è un medico e pertanto deve agire secondo scienza e coscienza, e per far questo ha bisogno di certezze, di prove provate e dimostrate con studi scientifici controllati e ripetuti nel tempo: le prove si possono cercare dappertutto, quel che conta è che non ci si lasci confondere da indizi fuorvianti.


    Paolo Paganuzzi, Andromeda

    • andromeda
      #1
      andromeda commented
      Editing a comment
      Grazie Stefano di aver pubblicato l'articolo ; tra le immagini che ti avevo dato hai scelto davvero le più appropiate! con calma farò ancora un ultima parte su allergie specifiche e interrogativi comuni.
      Ultima modifica di andromeda; 29/07/12, 00:25.
    Posting comments is disabled.

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